Se avete feedback su come possiamo rendere il nostro sito più consono per favore contattaci e ci piacerebbe sentire da voi.
 
L'’immagine mobile dell’eterno
L’'opera, una rappresentazione del tempo e del modo in cui i filosofi l’'hanno pensato, prende
titolo dall'’espressione che Platone utilizza per definirlo, in ragione del suo modello cosmologico generale. Come può essere facilmente colto dall’'allegoria delle figure, nel quadro si trova riferimento al concetto dell’'essere come divenire, visione aristotelica del tempo.
L’'esperienza generale mostra come la freccia del tempo, o del divenire, sia orientata sempre nello stesso verso. Ma la figura della vecchia, che è sul punto di parlare e forse sta per rivelarci l’'arcano, presenta un'’ambiguità all’'osservatore - si sta essa componendo o decomponendo? –, il che ci transita verso i pensieri più moderni sulla freccia del tempo, ovvero sulla sua reversibilità, che è
stata nei fatti sancita dalla teoria della fisica classica, da Newton ad Einstein.
Labirinto temporale
Una strana sala degli specchi cattura l’immagine di un uomo, ma le figure riflesse anzichè essere
tutte uguali, corrispondono a quelle di diverse fasi della vita. È un'’evidente metafora del tempo, i cui istanti sembrano però non appartenere ad un divenire, ma piuttosto essere copresenti in
un unico insieme spazio- temporale. Questa rappresentazione del tempo propone il senso dell’'eterno, visto appunto come una convergenza del tempo, che non ha inizio e non ha fine, all’'interno del quale tutti gli istanti sono appunto co-presenti e co-esistenti.
 
Tsunami, l’istante prima dell’onda nera
Il quadro ha per oggetto il tempo. Nello tsunami del 2011 una telecamera riprende dall’'elicottero la drammatica fuga di un motociclista inseguito dall’'onda nera che lo inghiottirà. Quelle immagini sconvolgenti, mescolandosi alle riflessioni e alle letture sul tema del tempo, mi hanno ispirato l’'opera.
L'’onda nera è la metafora del fronte del tempo, che separa il passato dal futuro. Il tempo che, come ci insegna Simplicio, "“giunge non nel suo insieme ma man mano che è generato"”. Il passato e il futuro appartengono alla categoria del non essere, mentre solo il presente, che non ha dimensione, è. Il presente, istante per istante, contiene la pienezza
dell’'esistenza.  

Il discorso di Bissolati

All’'inizio degli anni ’70 alcuni studenti con doti acrobatiche scrissero "“costringiamo Nixon a rispettare gli accordi di Parigi”" su un tubo posto all’'esterno del Politecnico di Milano. Abitando in zona, per decenni ho visto quella scritta protestataria risalente alla guerra del Vietnam, che,grazie alla sua posizione irraggiungibile, è rimasta dov’'era per tanto tempo.
Man mano che  il tempo passava, quella scritta che avevo iniziato a vedere fin da bambino si caricava di un chè di romantico, e mi generava un dolce sentimento di nostalgia per un passato sempre più lontano che diventava storia.
Un giorno mi capitò per le mani una foto del leader socialista di inizio ‘900 Leonida Bissolati, che arringava la folla di Milano. Mi comparve nella mente la visione di quella scritta su Nixon, e sentii fortemente di abitare un unico tempo, il cui scorrere è soltanto un’illusione, e nel quale - come in una bolla - nello stesso istante erano presenti Bissolati e le proteste degli anni ’70. 
Fu l’ispirazione per il quadro.


Il Demiurgo dà inizio al tempo

Per Platone il Demiurgo (artigiano) è colui che, mosso da un principio di Bene, trasforma la materia informe e priva di vita del caos originale nelle cose del mondo. La materia è plasmata per assomigliare al modello eterno (ciò che è sempre e non ha nascita), fatto di pure idee. Per rendere il mondo più simile al modello, che come detto è eterno, il Demiurgo lo crea come immagine mobile dell'eterno, dando luogo al tempo.

Il quadro rappresenta il momento in cui, nel mito, il Demiurgo infonde la vita e dà inizio al tempo.


















 

 

 



  Site Map